LA SORDITÀ
La sordità, detta anche ipoacusia, è una diminuzione, o perdita dell’udito, che dipende da un’alterazione dell’apparato uditivo. Questo può accadere per varie cause (malattia, esposizione a rumori forti, malformazione di origine genetica, traumi, assunzione di farmaci o determinati antibiotici, etc., etc.). Ma vediamole meglio nel dettaglio.
CAUSE
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CONSEGUENZE
Le persone nate sorde o diventate tali nei primi anni di vita hanno difficoltà nell’apprendimento della lingua parlata, che non acquisiscono in maniera “naturale”, ma che deve invece essergli insegnata attivamente. Per favorire il successo degli interventi riabilitativi sulla sordità congenita si ricorre sempre più diffusamente allo screening uditivo neonatale. Ciò al fine di attivare precocemente le metodologie diagnostiche, di protesizzazione, impianto cocleare, preliminari ai percorsi riabilitativi e di apprendimento della lingua. Esistono attualmente due metodologie, compatibili e utilizzabili in maniera parallela, per la riabilitazione. Si parla di “oralismo puro” quando la persona sorda viene rieducata all’uso della parola attraverso l’utilizzo di protesi acustiche o, in caso di sordità gravi/profonde, attraverso l’applicazione chirurgica di impianto cocleare, a cui segue un periodo variabile (che può durare anche per tutta la fase di crescita del bambino) di riabilitazione di logopedia svolto in centri specializzati e perfezionato in famiglia e nell’ambiente sociale di vita. Si parla invece di metodo bilingue quando al bambino, dopo la diagnosi e la protesizzatione (o, eventualmente, impianto cocleare), viene insegnato sia l’italiano che la Lingua dei Segni Italiana (LIS), garantendo uno sviluppo cognitivo normale. Alcune ricerche scientifiche indicano che l’apprendimento in tenera età di una Lingua dei segni italiana facilita l’apprendimento della lingua parlata, processo più lungo e difficile. Questo permette oggi di utilizzare serenamente sia la Lingua dei segni che la logopedia. Si può infatti utilizzare la LIS per permettere ai bambini di accedere a contenuti adatti alla loro età e seguire le lezioni a scuola tramite un Assistente alla Comunicazione o a un interprete e allo stesso tempo migliorare la loro padronanza linguistica dell’italiano grazie alla logopedia, sapendo che la prima non interferisce con la seconda.Grazie a queste tecniche si può oggi arrivare ad una buona integrazione dei sordi nella società, tale da definire la sordità come l’ “habitat della comunicazione” ed anche l'”handicap invisibile”, perché presente ma non immediatamente percepibile.
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LA SORDITÀ E LE TAPPE DELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
Segue un’interessante presentazione del Dr Giuseppe Tola (U.O. di Neuropsichiatria Infantile, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sassari)